martedì 5 luglio 2016

Ísland, ástin mín

È un paese lontano dall’Europa, molto lontano, ai margini dei confini del continente, tanto che non se ne parla mai. Dell’Islanda sappiamo che è piena di ghiaccio e di vulcani e uno in particolare ha fatto tribolare tutte le compagnie aeree qualche anno fa quando, eruttando,  ha sciolto i ghiacci dell’Eyjafjallajokull causando un’enorme nuvola che ha impedito la circolazione aerea per molti giorni. Ora l’Islanda va di moda, perché ha una squadra di calcio che ha fatto l’impresa, perché il capitano della suddetta ha la barba lunga, perchè l’altro giocatore sembra un vichingo ed è bellissimo, e avanti coi luoghi comuni e bla bla bla. Tra poco vi scorderete di nuovo dell’Islanda e non saprete mai nulla di tutte le cose belle che finora ha regalato a me e, spero, a tante altre persone.
Vogliamo partire proprio dal calcio? Allora vi dirò una cosa sorprendente. Sapete chi è uno dei giocatori più vincenti ancora in attività? Un islandese. Si chiama Eidur Gudjohnsen. 
È nei libri di storia perché il 24 aprile 1996 ha debuttato in nazionale sostituendo il padre Arnór: mai prima di allora un padre e un figlio avevano giocato entrambi in una stessa partita internazionale. Il palmares? Col PSV Eindhoven ha vinto 1 campionato, 1 coppa d’olanda e 1 supercoppa olandese, col Chelsea 2 campionati, 1 coppa di lega e 2 Charity Shield. Ha militato anche nel Barcellona con cui ha vinto 1 campionato, 1 coppa di Spagna, 2 supercoppe spagnole e non da ultima anche 1 Champions League e 1 supercoppa europea. Semplicemente geniale il suo modo di esultare, avvicinandosi agli spalti e allargando le braccia come per dire “et voilà, ammiratemi nella mia magnificenza”. Vi propongo una carrellata dei suoi gol al Chelsea, rimarrete estasiati da quello al minuto 1.30 (https://www.youtube.com/watch?v=3trrinXNPMM).

Poi c’è la musica islandese, che più di vent’anni fa per me era gli Sugarcubes e Bjork, poi la parentesi Emiliana Torrini, Of Monsters and man, e ora Sigur Ros. Ma sono i primi ad essersi saldamente radicati nel mio cuore.

La bellissima Bjork Gudmundsdottir coi suoi strilli, ma anche la sua dolcezza, la gracchiante voce di Einar e quelle canzoni dai testi semplici, quasi banali, a volte onirici e grotteschi, ma sempre incentrati sulla realtà che ci circonda. 

Mi innamoro di loro guardando il video di Regina. Acquisto l’album (Here today, tomorrow next week) e trovo capolavori del calibro di The bee, Tidal Wave, Eat the menu, Shoot him, l’esplicita Pump e il capolavoro Water. Cerco la discografia e i video (grazie a Rentun Compact e Disfunzioni Musicali), trovo finalmente il primo album (Life’s too good): ci sono Motorcrash (geniale), Delicious Demon, Deus, Sick for toys e i due capolavori assoluti Mama e Birthday.



Gli Sugarcubes si sciolgono, Bjork comincia la sua ascesa pop in terra britannica con un primo album fantastico, un secondo decente, poi c’è l’elettronica e i miei gusti musicali mi tengono lontano da quella strada.

L’Islanda si riaffaccia con un paio di comparsate di Emiliana Torrini e Of monsters and man, e poi Sigur Ros, musica non adatta a tutti, a volte anche io la trovo troppo calma, contemplativa e  riflessiva, ma ne riparleremo quando li userò come colonna sonora di un futuro viaggio nella terra dei ghiacci, che non ho ancora mai visitato se non attraverso la prima stagione di Fortitude, fantastica serie britannica le cui riprese sono state effettuate nel villaggio di Reyðarfjörður e che consiglio a chi non l’avesse ancora vista.
C'è un ultima cosa che rende questo paese diverso dagli altri: l'onomastica. I cognomi cambiano in continuazione, con pochissime eccezioni, perchè i figli prendomo non il cognome del padre, ma il patronimico, -son per i maschi e -dottir per le femmine. Sembra di stare nel Signore degli anelli: come ti chiami? Carlo, figlio di Cesare, nipote di Francesco... ahahahah. Per capirci qualcosa di più c'è wikipedia.

martedì 28 giugno 2016

Caro Carlo...


È difficile spiegare cosa provo per la morte di Carlo Pedersoli. Qualcuno dirà: che ti importa, è morta una persona che non conoscevi, era un attore, uno dello spettacolo, lo vedevi solo in tv. Ma sapete tutti che non è cosi. Coi film di Bud Spencer e Terence Hill ci sono, ci siamo cresciuti, chi più chi meno. Io di più. Le serate in cui, annoiato davanti alla tv, facevo zapping e all'improvviso riconoscevo quel fotogramma che svoltava la serata. Le battute, le scazzottate, i pugni, gli schiaffi, ma mai un morto, mai una parolaccia, altro che i cinepanettoni di oggi. Ma dietro ogni produzione c’era un regista serio, attori veri, comparse che ci credevano. Era un mondo. Sempre gli stessi attori che a rotazione partecipavano al film. Loro, i protagonisti, erano Bud Spencer e Terence Hill, ma poi c’erano Salvatore Borgese, Riccardo Pizzuti, Claudio Ruffini. Dagli spaghetti western alle commedie (sud)americane, ai film senza Terence Hill. Ogni volta potevo recitare a memoria le battute. Scene viste centinaia di volte in cui ridevo come se fosse una prima tv.  Il mio film preferito era Pari e dispari, con Johnny “fustaccio” Firpo intento a sgominare una banda di allibratori clandestini,  aiutato da Charlie il camionista. E per ogni film potrei citare una battuta o un episodio che chiunque di voi ricorda, perché certe scene sono entrate ormai nel bagaglio culturale collettivo:
Altrimenti ci arrabbiamo, con la sfida a birra e salsicce per prendersi la Dune Buggy, o il coro dei pompieri che vi sfido a non canticchiare.
Lo chiamavano Trinità, con le mangiate di fagioli, Mezcal il messicano con la sua banda di ladroni che importunano la comunità mormone di Padre Tobias, il Maggiore (qui c’è un fante di troppo… no, qui c’è un maggiore di troppo), le musiche di Franco Micalizzi che alcuni ancora usano come suoneria per il cellulare.
Chi trova un amico trova un tesoro (solo Puffin ti darà forza e grinta a volontà), col grande Sal Borgese che fa il selvaggio.
E poi Non c’è due senza quattro, Bomber e Bulldozer, le canzoni degli Oliver Onions sempre di sottofondo.
Troppe scene da ricordare, non ce la faccio ad elencarle tutte.
Quando in tv passeranno per l’ennesima volta un film di Bud Spencer, vi prego non cambiate canale, fatelo vedere anche ai vostri figli, perché non gli insegnerà niente di brutto, solo cose belle, ve lo garantisco.

venerdì 23 novembre 2012

Anniversari

Stavo guardando su Wikipedia i nati di oggi 23 novembre e rimango colpito da Ariel Clark, nato nel 1984 e morto nel 2007 non ancora ventitreenne. Chi era costui e perché è morto così giovane? Niente di che, attore statunitense più noto per aver aiutato il padre Bob nella stesura di qualche sceneggiatura...allora vado a vedere chi è Bob Clark, e scopro che è semplicemente un MITO! E' il regista dei primi due episodi di Porky's...WOW! Ha diretto anche un film che avevo completamente rimosso Turk 182 ma che all'epoca (1985) mi ricordo mi era piaciuto tantissimo (caro mulo, aiutami tu!). Tornando a Bob e Ariel Clark sono morti entrambi il 4 aprile 2007, in seguito ad un pauroso incidente stradale causato da un automobilista ubriaco e privo della patente.




martedì 23 ottobre 2012

Dunque..... dove eravamo rimasti? (2. parte)

A fine settembre siamo stati a Viterbo con i miei genitori. Finalmente mio padre ha usufruito del regalo dell'anno precedente: una prova su strada di una Ferrari!


Ma questa è una Lamborghini!!!


Ecco la Ferrari che ha guidato mio padre




Sosia di Clint Eastwood

Anche Simone tenta la guida....di un'apetta


lunedì 22 ottobre 2012

Dunque..... dove eravamo rimasti?

Ecco un report fotografico di quello che è accaduto finora...
Estate: tanto mare, Fregene (da pendolari) e Sardegna (vacanza vera e propria) con suocera e sorella di Iara al seguito. Ma è stata l'occasione per rivedere vecchie colleghe di lavoro

Il monello hawaiano


Il riposo del leone


Simone e Flavia

La famigghia al completo



Una delle tante Giulie di Sardegna

Finalmente S'Archittu dal vivo

Simone e Giulia



Iara Simone e Rina


L'ultima cena


Domani altre foto lo prometto!